L’elettrodeposizione della lega rame-zinco, ossia dell’ottone si effettua da bagni cianalcalini ed è più difficoltosa della singola deposizione del rame oppure dello zinco dalle corrispondenti soluzioni al cianuro.
Solitamente questa lega (gialla) consta del 70% di rame e del 30% di zinco. A seconda del maggiore o minore e tenuto in rame può tendere al color rossiccio o al giallo chiaro.
L’ottonatura è utilizzata come finitura a sé direttamente su ferro lucidato o meglio su ferro nichelato lucido, oppure come strato intermedio per una susseguente nichelatura (p. es. ottonatura dell’alluminio o dei presso-fusi a base di zinco), oppure per facilitare l’adesione della- gomma all’acciaio, con tutta probabilità per legame chimico con lo zolfo o i composti solforati contenuti nella gomma stessa.
Il maggior uso dell’ottonatura sta, comunque, nel campo decorativo di oggetti ornamentali per la casa, abbigliamento, cerniere, maniglie, lampadari, giocattoli, ecc.
Per ottenere la maggiore uniformità di colore l’elettrodeposizione dell’ottone richiede un assiduo controllo dei bagni sia dal punto di vista chimico, che della temperatura, che della densità di corrente. L’ottonatura si effettua con bagni alcalini al cianuro contenenti cianuro complesso di rame, K2Cu(CN)3 o Na2Cu(CN)3, cianuro complesso di zinco, K2Zn(CN)4 o Na2Zn(CN)4, cianuro libero ed altri composti come carbonati, alcali liberi, ammoniaca, arsenito sodico, ecc.
Agli effetti pratici, per ottenere un dato deposito di ottone sotto date condizioni di temperatura e di densità di corrente, il galvanotecnico deve porre la massima attenzione affinché la composizione della soluzione si mantenga costante. Fortunatamente è il colore stesso del rivestimento che fa da indicatore e quindi tale compito è facilitato.
Spesso i depositi possono risultare vescicolati e screziati; inoltre si ha formazione di molto fango nel bagno. Anche ciò è indice di inadatto funzionamento dell’elettrolisi ed in particolare di un contenuto alterato in cianuro libero e di un pH del bagno, per il quale la contemporanea deposizione dello zinco risulta irregolare. Lo zinco nei bagni di ottonatura si elettrodeposita a valori di pH usualmente non impiegati nella zincatura cianalcalina; di qui altra difficoltà per mantenere l’elettrolita in limiti di pH compatibili con la, buona elettrodeposizione della lega.
Per un buon funzionamento dei bagni di ottonatura è necessario che il rame e lo zinco si dissolvano dagli anodi (che sono appunto di ottone) nella stessa proporzione nella quale si depositano al catodo, altrimenti la soluzione deve essere corretta con appropriata aggiunte. Pertanto, mentre gli anodi devono essere di ottone a titolo uguale (o molto vicino) a quello dell’ottone che si deve deporre, il contenuto dei due metalli nella soluzione può essere diverso.
Un ottone di un dato colore contiene una precisa percentuale dei componenti. Orbene tale percentuale, per uno stesso colore, non è la, medesima nell’ottone elettrolitico e in quello fuso o laminato. Per es., se si vuole imitare il colore di un ottone fuso contenente il 65% di rame e il 35% di zinco, occorre elettrodeporre un ottone col 75-80% di rame, adoperando anodi con appunto il 75-80% di rame.
I costituenti basilari dei bagni di ottonatura sono i cianuri complessi di rame e di zinco, nonché il cianuro libero. Pertanto sul tenore in rame, zinco e cianuro libero che si deve fondamentalmente puntare per un determinato tipo di ottonatura.
Va da sé che i bagni contengono anche del carbonato, dell’ammoniaca e dell’idrato, che si formano per azione dell’anidride carbonica dell’aria, per ossidazione e per idrolisi del cianuro.
Oltre alle sostanze fondamentali, i bagni contengono talvolta, altri ingredienti: sali alcalini di acidi forti glicerina, solfito o bisolfito di sodio, cloruro di ammonio, ecc. Questi prodotti, però, non sono indispensabili e inoltre i vantaggi che essi apportano all’elettrodeposizione non compensano le complicazioni che spesso essi provocano.
Quando un bagno contiene approssimativamente la stessa quantità di rame e di zinco sotto forma di cianuri doppi, si producono le tinte più belle dell’ottone, che viene a possedere, usando i comuni anodi, circa il 70% di rame e il 30% di zinco. Se il rapporto rame-zinco nel bagno è di 1 : 7, il deposito di ottone diviene biancastro, mentre se è di 2 : 5, il deposito risulta giallo chiaro e leggermente verdastro.
Anche l’agitazione ha una forte influenza sul tipo di ottone che viene elettrodeposto; si hanno colorazioni che variano dal verde-giallo al rosso a seconda dell’agitazione più o meno forte degli oggetti.
I bagni in quiete, però, offrono il vantaggio di dare depositi più regolari. All’incontro è difficile ottenere tinte ben determinate su articoli ottonati in massa nei rotogalvani: il deposito risulta tanto più bianco, a parità di altre condizioni, quanto la velocità del rotogalvano è più elevata.
Analoghe condizioni si verificano quando si fa circolare l’elettrolita attorno agli oggetti usando densità di corrente relativamente alte.
Le vasche sono le stesse usate per la ramatura al cianuro; è preferibile l’uso di vasche rivestite di gomma o di resina sintetica inattaccabile.
Gli anodi constano di solito di lastre di ottone fuso di almeno 5 mm di spessore contenenti il 70-80% di rame puro e il 20-30% di zinco puro. L’ottone fuso è senz’altro da preferirsi a quello laminato. Gli anodi sono sospesi alle barre anodiche a mezzo di parti in ottone indurito e ripiegato sulle barre stesse in modo da ottenere un perfetto contatto.
Prima dell’uso, quando sono ancora nuovi, devono essere trattati con sabbia grossa (p. es. a mezzo di una sabbiatrice),- oppure immersi per breve tempo dapprima in acido nitrico diluito, poi sciacquati in acqua e infine immersi in acido solforico diluito. Dopo di che si può ancora trattare con una soluzione al 40 % di acido nitrico e sciacquare bene.
Anche durante l’inattività del bagno gli anodi possono rimanere immersi nella soluzione.
Il galvanotecnico deve osservare sovente l’aspetto degli anodi durante l’elettrodeposizione onde dedurre importanti dati sul funzionamento del bagno. Così quando gli anodi si ricoprono di una fanghiglia piuttosto spessa, significa che il bagno difetta di cianuro libero, oppure che contiene sostanze non appropriate; la mancanza di cianuro libero è, d’altra parte, confermata anche da una colorazione blu-verde del bagno e da una elettrodeposizione estremamente lenta. In questo caso si spazzolino gli anodi senza ritirarli dal bagno a mezzo di una lunga spazzola metallica o vegetale e si aggiunga, rimescolando, un po’ di cianuro di potassio o di sodio al fine di ristabilire la colorazione giallochiara del bagno e di ridisciogliere il fango staccato.
I bagni di ottonatura non richiedono di solito una filtrazione continua o una frequente depurazione al carbone attivo. Quest’ultima depurazione si effettua quando i bagni manifestano un inquinamento tale da alterare completamente l’elettrodeposizione. La depurazione al carbone attivo si realizza a caldo (50 °C) con 5-10 g/l di carbone e qualche g/l di terra di infusori o di fibre di amianto, che facilitano la filtrazione. Tutto l’apparato filtrante è bene sia di materiale ferroso (acciaio, ghisa grigia, ecc.).
I bagni nuovi lavorano meglio dopo un certo periodo di elettrolisi.
Solitamente i bagni di ottonatura devono essere rinforzati con 2 kg di cianuro di sodio per ogni 10 000 dm² di superficie rivestita.