L’argentatura è eseguita sia a scopi decorativi che a scopi funzionali, è anche applicata in elettrotecnica per favorire i contatti elettrici e a spessore per taluni particolari di motori. Si tenga inoltre presente che l’argento lucido possiede un alto potere riflettente e ciò lo rende idoneo per applicazioni ottiche.
Le caratteristiche dei rivestimenti (durezza, spessore, colore, grana cristallina, ecc.) sono in stretta funzione della composizione del bagno, della temperatura, delle condizioni elettriche e dell’eventuale abitazione meccanica. I depositi di argento di regola si presentano lattei vellutati, facili a lucidarsi.
I bagni comuni per il trattamento galvanico di argentatura hanno un contenuto in argento assai variabile, che può andare da 10 a 25 g/l; di solito si aggira sui 20 g/I. Possono essere usati anche per la minuteria.
- Argentatura con sottostrato di nichel chimico
- Argentatura parziale (testa e interno) su contatti in alluminio diametro mm 140, previo ramatura
- Argentatura spessore 30 micron di connessioni in rame da kg 150
- Argentatura su contatti in alluminio
- Argentatura su contatti elettrici saldo brasati in rame e argento
- Argentatura, piatti in ottone argentati previo nichelatura lucida e lucidatura meccanica
- Argentatura Trattamento galvanici
- Rotore trasformatore centrale termoelettrica argentato parzialmente con tecnica ad immersione
- Particolare in acciaio di grandi dimensioni argentato parzialmente con tecnica a tampone
- Cuneo flangiato argentato parzialmente 20 micron
I bagni concentrati servono per l’argentatura rapida in particolari dispositivi con catodi in movimento. Possono essere usati anche per la lavorazione continua del filo e del nastro. Il loro contenuto in argento si aggira sui 30 g/l. Con essi si può realizzare rapidamente la cosiddetta argentatura forte o pesante, vale a dire l’argentatura i rilevante spessore.
I bagni per il trattamento galvanico di argentatura lucida servono a dare depositi brillanti..
I bagni per immersione sono a basso contenuto di argento e di cianuro libero. Servono per argentature di poco prezzo su materiale ferroso, su rame e su ottone. L’argentatura si effettua per spostamento chimico in seguito a semplice breve immersione nelle soluzioni.
Per l’argentatura rapida a spessore si adottano vasche con apparecchiatura speciali atte a conferire movimento ai catodi. Il moto può essere di va e vieni, oppure a tuffo, oppure rotatorio, oppure a giostra; quest’ultimo implica l’uso di vasche circolari.
Gli anodi devono essere di lamine di argento purissimo (di solito di 1 mm di spessore) e possedere una superficie all’incirca uguale a quella degli oggetti (piuttosto inferiore di circa un quarto). P, bene siano insacchettati in tela di cotone, in terilene o in polipropilene. Per l’argentatura leggera, specialmente nell’industria di orologeria, si utilizzano spesso anodi in platino molto piccoli, di poco immersi nel bagno. Con questi anodi si deve usare una tensione di 6 8 V.
La temperatura dei bagni non deve essere al di sotto di 18 20 °C, altrimenti si ottengono depositi porosi. Le migliori condizioni di elettrodeposizione per i bagni comuni sono a 30 40 °C, poiché a temperature più alte non si migliorano i depositi e per di più si produce una maggiore solubilità degli anodi. Nei bagni troppo freddi, specie in presenza di molto carbonato (che si origina a causa dell’anidride carbonica dell’aria), si hanno depositi rigati, che non si possono pressoché lucidare.
Per l’argentatura della minuteria si adoperano i dispositivo a rotobarile o a vibroset. L’utilizzazione del rotobarile nell’elettrodeposizione dell’argento si va continuamente accrescendo; si adotta di preferenza il barile orizzontale a immersione, con anodi situati esternamente. Per l’argentatura della minuteria si deve usare una soluzione più ricca in cianuro libero di quella normale onde evitare una eventuale polarizzazione a causa dell’area anodica limitata.